...anni 60
...anni 70
...anni 80
  

 

Negli anni sessanta il turismo in Val Gardena sta raccogliere, oltre che d'estate, consensi e successi anche d'inverno. Le copiose nevicate sono la gioia di turisti e sciatori che la frequentano. Ci sono però ancora pochi impianti di risalita e pochi addetti alla battitura delle piste. Spesso sono gli sciatori stessi che “pestano”, come dicono i gardenesi, le loro piste mentre le risalgono a piedi con gli sci al traverso, specie i bambini che non hanno ancora la possibilità di usare gli impianti e che improvvisano le loro piste sui prati aperti. Sciatori più esperti invece tracciano i primi solchi scendendo le piste sulle nevi ancora vergini. Sulle piste più pianeggianti si iniziano ad usare rulli che vengono trainati a monte dagli impianti e riportati a valle da abili sciatori che li guidano per costipare, striscia su striscia, gradualmente l'intera pista.

Gli americani iniziano ad usare veicoli agricoli, spesso cingolati ma con scarso successo.
Le Dolomiti sono montagne irte e questo rende la situazione ancora più difficile in tutto l'arco alpino.

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… corre l'anno 1962 !

Un certo Ernesto Prinoth, nato e residente ad Ortisei ha fatto tesoro delle sue esperienze nel settore delle auto da corsa e conosce a perfezione la relazione che intercorre nei rapporti tra peso, potenza e pressione specifica al suolo.

Lui sa perfettamente che sulla neve ci si potrà arrampicare bene solo con un veicololeggero. Quelli pesanti ormai hanno già dimostrato di sprofondarci ancora prima di attaccare la forte pendenza.

Nella sua officina di Ortisei Ernesto Prinoth costruisce un veicolo cingolato prototipo con il quale ricercare il miglior rapporto tra peso, potenza e superficie d'appoggio.

Questo prototipo esercitava sul terreno una pressione di 25 gr/cmq e dava con il suo motore Steyr Puch già dei buoni risultati, tanto da suscitare l'interesse di un gruppo svizzero a comperarlo per poi metterlo in produzione sul mercato alpino.

Si sapeva però che Ernesto Prinoth non si sarebbe mai accontentato del buono. Il meglio infatti lo aveva già in mente. Diceva che con soli 15 grammi al centimetro al posto di 25 avrebbe potuto ottenere dei successi strabilianti ed in tal senso si mise al lavoro per costruire quel veicolo di cui lui, e solo lui, già sapeva che si sarebbe chiamato “Prinoth P-15”.

È un successo mondiale: i giornalisti non esitano a battezzarlo amorevolmente ‘il “gatto delle nevi” per le spiccate caratteristiche di arrampicabilità che aveva e che dimostrava.

Da quel momento in avanti anche le più ripide piste dolomitiche potevano essere battute meccanicamente .

Per aumentare il livello di battitura e la qualità della pista, Prinoth fa uso di tavole liscianti dotate di effetto vibrante che oltre ad evitare l'adesione della neve sulla tavola conferisce alla pista un disegno che rimarrà per sempre una esclusività del marchio Prinoth.

La storia continua...

 

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